Nel 1591 l’arcivescovo Wolf Dietrich acquisì un ospedale e una chiesa, in quello che oggi è il quartiere Kaiviertel di Salisburgo, per edificarvi un seminario. Il seminario doveva essere diretto i Chierici regolari teatini, l’ordine fondato nel 1524 San Gaetano e da Pietro Carafa. Nel 1685 l’ordine fu chiamato a Salisburgo e vi si insediò. Poco dopo venne deciso di costruire una chiesa e un chiostro proprio nel quartiere storico di Kaiviertel.
A Gaspare Zugalli fu commissionata la costruzione. Ai fratelli Francesco e Carlo Antonio Brenno e ad Antonio Carabelli il lavoro di stuccatura. Quando il committente Max Gandolf nel 1687 morì, la costruzione della Chiesa Kajetaner (Kajetanerkirche) fu interrotta. Solo sotto l’arcivescovo Johann Ernst von Thun fu ultimata la chiesa nel 1696 e consacrata nel 1700. Ne 1809 fu sciolta la missione dell’ordine dei Chierici Regolari Teatini a Salisburgo e la Chiesa Kajetaner (Kajetanerkirche) rischiò quasi la rovina. Nel 1923 la chiesa e il chiostro furono affidati all’Ordine dei Fatebenefratelli che si occupò della sua riparazione. Durante la seconda guerra mondiale l’edificio fu trasformato in un ospedale militare, nel 1944 danneggiato dalle bombe e successivamente ricostruito.
La facciata così estesa che ricorda quella di una reggia rende la chiesa e il chiostro un unico complesso architettonico. È sormontata da una cupola ovale trasversale che conferisce sacralità al complesso. Gli interni della chiesa risultano molto solenni, raffinati e chiari grazie agli stucchi. La cupola illuminante domina gli spazi con la sua rotondità maestosa. Al suo interno un affresco illustra l’ascesa di San Gaetano alla gloria del cielo. Sulla pala sull’altare maggiore della Chiesa Kajetaner (Kajetanerkirche) è raffigurato il martirio di San Massimiliano. Sopra il vestibolo e incastonato dietro al parapetto del matroneo, l’organo più antico di Salisburgo, costruito da Christoph Egedacher intorno al 1700.
Una particolarità della Chiesa Kajetaner (Kajetanerkirche) è rappresentata dalla Scala Santa edificata nel 1712 come imitazione della Scala Santa di Roma da salire esclusivamente in ginocchio. Ancora oggi rievoca le forme barocche della devozione.